Covid-19 e donazioni, come comportarsi se si risiede nelle regioni rosse e arancioni
Libertà di movimento per andare a donare, ma con l'autocertificazione
30 novembre 2020
I donatori possono continuare a donare sangue e plasma per garantire l'autosufficienza nazionale e, di conseguenza, sono liberi di uscire di casa per recarsi nei centri trasfusionali pubblici e associativi.
Il DPCM, in vigore fino a giovedì 3 dicembre, introduce limitazioni alla circolazione delle persone nelle Regioni italiane, soprattutto in quelle che rientrano nelle cosiddette "zone rosse" (Abruzzo, Campania, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana e Valle d'Aosta), dove l'uscita di casa dovrà essere motivata, e nelle "zone arancioni" (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia e Umbria), dove la libera circolazione è consentita solo all'interno del proprio Comune. Zone rosse e arancioni rimodulate in relazione alla nuova ordinanza pubblicata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, lo scorso 27 novembre.
Misure stringenti disposte dal Governo allo scopo di frenare la nuova ondata di contagi da Covid-19. Provvedimenti che tuttavia, alla base di quanto già indicato dal Ministero nei mesi scorsi, non coinvolgono i donatori, che in ogni caso dovranno compilare e, nel caso di controllo da parte delle forze di polizia, esibire il modello dell'autocertificazione.
Attraverso una circolare del 9 novembre, il Ministero della Salute ha ribadito che la donazione di sangue rientra tra le "situazioni di necessità" per le quali è consentito spostarsi.
Come già indicato nei mesi scorsi da AVIS e più volte sottolineato anche dal Centro nazionale sangue, per garantire la sicurezza dei donatori e dello stesso personale sanitario, è importante prenotare la donazione, effettuare il triage telefonico e rispettare le regole per il distanziamento sociale. Ulteriori informazioni sui criteri di esclusione e riammissione alla donazione sono disponibili alla pagina della nostra campagna #Escosoloperdonare. §
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