Solidarietà a scuola: il ricordo di Massimo Toschi
09 ottobre 2015
Innanzitutto, una scuola solidale è resa solidale dai maestri e dagli insegnanti, ma anche dai bidelli (come si diceva un tempo) e dai compagni.Se penso alla mia esperienza scolastica di disabile, pur con differenze e sottolineature io sono debitore di tutti quelli che mi hanno accolto. E, negli anni cinquanta non era cosi semplice, cosi facile e organizzato come oggi.
Io ho avuto due bidelle, una si chiamava Maria e una Gina. Erano loro a portarmi al gabinetto e ad aiutarmi nei piccoli movimenti, ma anche la maestra Lucia, che mi ha dato il gusto dello studio e mi ha voluto nella sua classe. Non è stato facile, ma è stato possibile.
Questo mi fa dire che bisogna investire sui ragazzi, sui sogni dei ragazzi e dei ragazzi disabili. Troppe volte ci si ferma al "poverino" e anche i genitori si trattengono nel sognare con e sui loro figli.
Al liceo classico, all'eta di quattoridici anni, ho frequentato con qualche dificoltà. Per andare nella mia classe al secondo piano dovevo fare sei rampe di scale di dodici scalini l'una sei per dodici:settanta due. Le facevo quattro volte al giorno, due a salire e due a scendere. Dunque, ogni giorno 288 scalini. Se poi lo moltiplicavo per 26 quanti i giorni di scuola ogni mese per dieci mesi l'anno con un risultato complessivo di oltre cinquantamila scalini. Ecco la solidarieta' vissuta e condivisa con i miei compagni.
Oggi questo non accade più, ma altre sono le barrire, soprattutto quelle culturali. E' una sfida che si vince insieme, senza mai stancarci, perchè la vita accessibile si costruisce ogni giorno e tutti i giorni. In questo modo diventiamo forti nella nostra debolezza. Quella fortezza che ci permette di stare in piedi, anche se le gambe vacillano e sono incerte.
Il prof. Massimo Toschi è consulente alla cooperazione internazionale e per i diritti dei disabili della Regione Toscana. E' stato ospite di Avis Toscana nello Speciale TGT di Italia 7 del 6.5.2015 visionabile sul canale You Tube di Avis Toscana