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5xmille e la Riforma del Terzo Settore

Non si tratta di una rivoluzione, bensì del completamento di un percorso iniziato da tempo

26 settembre 2017

Da Corriere della Sera, Buone Notizie, proponiamo l'inchiesta di Rossella Verga con un approfindimento sulle nuove norme che riguardano il beneficio del 5xmille.

Cinque per mille Corsa ai fondi

L'inchiesta
È in vigore da luglio il decreto legislativo che razionalizza la misura fiscale Sarà introdotta una soglia minima e i tempi di erogazione saranno dimezzati L'accesso al beneficio avverrà attraverso l'iscrizione al Registro del Terzo settore Ma per attuare la riforma serve un atto della presidenza del Consiglio
 
Il primo ha preso 64 milioni. L'ultimo ha ricevuto un centesimo. Tanti sono rimasti al palo a quota zero. Basta scorrere la classifica dei beneficiari del 5 x mille per capire che di una revisione c'era un gran bisogno. Dal 19 luglio scorso è in vigore il decreto legislativo (Dlgs 111/2017), collegato alla riforma del Terzo settore. La normativa razionalizza l'istituto fiscale nato in via sperimentale nel 2006 e riconfermato di anno in anno, fissa principi innovativi e stabilisce, ad esempio, che l'accesso al beneficio avverrà attraverso l'iscrizione nel Registro unico del Terzo settore.

A differenza di altri ambiti interessati dalla riforma del Terzo settore, per il cinque per mille non si tratta di una rivoluzione, bensì del completamento di un percorso iniziato da tempo. Ma anche con il decreto in vigore dal 19 luglio si ripropone lo schema visto per il Nuovo Codice del Terzo settore: le regole sono sancite, ma per essere attuate hanno bisogno di ulteriori passaggi. Nel caso specifico serve un atto della presidenza del Consiglio da emanare entro metà novembre (120 giorni di tempo dal decreto).

Tra le novità del 5 per mille dell'Irpef, è introdotta una soglia minima per l'erogazione, il cui tetto sarà indicato dal Dpcm. Sarà inoltre ridistribuito con criteri in fase di definizione il cosiddetto «inoptato», una parola tecnica per una cosa semplice: la destinazione delle risorse per cui gli italiani non esprimono indicazione esplicita. Succede tutte le volte che sul modello il contribuente segnala con la firma la categoria di enti che dovranno ricevere la donazione ma non inserisce il codice fiscale del beneficiario. Finora l'inoptato era ripartito in proporzione alle scelte chiaramente espresse, cioè tra coloro che già fanno la parte del leone nella classifica e che ricevono la fetta più grande. Si dovrebbe superare il criterio e garantire maggiore equilibrio nella distribuzione delle risorse.

Un altro punto di svolta, probabilmente il più atteso dai beneficiari, è rappresentato dal dimezzamento dei tempi di erogazione. Continua e leggi l'articolo

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