Le associazioni di volontariato sono luoghi di attivazione
Il corso di formazione "DonAzioni, una rete per il futuro" si è aperto con la lezione del prof. Salvini
16 gennaio 2018
DonAzioni una rete per il futuro è la nuovissima e importante proposta formativa che vede lavorare insieme tre associazioni del dono del sangue. In un progetto unitario e condiviso Avis, Fratres e Anpas Toscana hanno deciso di investire per la formazione soprattutto dei giovani dirigenti.
Il corso, realizzato grazie al bando Cesvot "Il volontariato per la comunità 2017”, prevede due grandi argomenti: il people raising, cioè tutto ciò che occorre sapere per trovare, formare e gestire nuovi volontari e la donazione di plasma che negli ultimi anni sta assumendo una rilevante importanza e sulla quale occorre ancora lavorare per diffonderne la conoscenza.
I temi vengono affrontati in tempi differenti e suddivisi in tre appuntamenti, uno per ciascuna Area Vasta con al termine un incontro plenario.
Per avere un maggior numero di informazioni possibili, il percorso formativo è stato pensato con interventi di esperti differenti per ogni incontro di Area. Al primo incontro a Viareggio sabato scorso, un’interessante lezione di Andrea Salvini, sociologo dell’Università di Pisa cui si è affiancata la testimonianza di Francesca Priorecchi di Dynamo Camp che ha raccontato come vengono accolti e selezionati i volontari che aiuteranno i giovani ospiti nella loro struttura ricreativa estiva.
In particolare sulla capacità di accoglienza dei giovani nelle associazioni, Salvini, pone delle questioni: cosa ci si aspetta che i giovani portino al volontariato? Chi si mette in ascolto dei giovani?
Sicuramente i giovani portano nuovi stimoli in un’organizzazione che sa essere aperta e accogliente. Ciò implica che ci sia la possibilità di “essere esposti” al cambiamento. Le formazioni intermedie – dice Salvini – sono sottoposte a una continua trasformazione e oggi risulta vincente la flessibilità. Questo è un tratto distintivo delle società contemporanee dove i giovani possono creare rapporti alla pari e sentirsi realizzati in quanto persone.
E’ cambiato anche il modo in cui il volontariato è percepito. Non più come attività efficace a rispondere ai bisogni degli altri, ma attività in competizione con tutte le altre attività della vita quotidiana.
Ciononostante è importante che il volontariato si rivolga ai giovani in quanto è scuola che forma alle relazioni. E’ un mezzo, secondo la definizione del sociologo Sennet che Salvini prende in prestito, per contrastare “la dequalificazione della relazione”.
La relazionalità è una competenza trasversale i cui insegnanti sono i genitori, la scuola ma anche le associazioni di volontariato che sono luoghi di attivazione.
Tantissimi contributi come quello del prof Salvini si aggiungeranno nei prossimi incontri. Tutti saranno sollecitazione per i lavori di gruppo dei partecipanti. Gli esiti verranno elaborati e condotti a sintesi con l’aiuto di Maurizio Catalano che proverà a dare risposte alle domande dalle quali siamo partiti: a che punto siamo oggi nella ricerca di nuovi volontari? E nella gestione?
Ogni partecipante poi si impegnerà a sottoscrivere un “Patto formativo”: cosa offre il progetto, cosa richiede e cosa propone affinché tra i sistemi associativi si creino dei gruppi di miglioramento che consentano un approccio strategico nella ricerca, accoglienza e gestione dei giovani volontari.
(VB)