Un patto di sangue, ma anche di plasma, per dare una spinta solidale
Il convegno alla Leopolda con AIP
18 ottobre 2018
Il 12 ottobre, alla Leopolda di Firenze si è svolto il convegno “Patto di sangue – Un’alleanza per la salute del Paziente” organizzato dall’Associazione Immunodeficienze Primitive onlus. Un "patto di sangue", per dare una spinta etica e solidale affinché si innalzi ancora di più il livello di quantità ed efficienza nella donazione e raccolta di sangue e plasma, indispensabile per la produzione di medicinali plasmaderivati alla base di terapie spesso salvavita, come quelle per i pazienti che soffrono di una immunodeficienza primitiva.
La prima domanda che viene da porsi è perché la risorsa plasma è così importante?
Il plasma è la materia prima dalla quale si ricavano, mediante lavorazione industriale, medicinali plasmaderivati come: immunoglobuline, albumina, Fattori (VIII e IX) della coagulazione per l’Emofilia, antitrombina, ecc.
Il plasma che viene raccolto in Italia proviene da donatori volontari e non retribuiti, e la materia prima e il farmaco che ne deriva resta di proprietà pubblica, a differenza di quanto succede in altri Paesi. Un modello virtuoso e etico, che la legge 219 del 2015 rende anche qualitativamente migliore.
Secondo il Piano quinquennale del Centro nazionale sangue, l’Italia dovrebbe raggiungere nel 2020 l’autosufficienza anche per immunoglobuline e albumina. In questi giorni, sono anche usciti i dati del Centro Nazionale Sangue relativi al plasma inviato alle aziende convenzionate per la produzione di medicinali plasmaderivati aggiornati a settembre 2018. Si riscontra un calo, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in quasi tutte le regioni italiane. In Toscana il calo è contenuto.
Ma nel resto del Mondo cosa accade?
Il mercato mondiale del plasma è un mercato destinato a crescere in modo esponenziale. Nel 2014 il mercato totale dei medicinali plasma derivati era pari a 18,514 milioni di dollari, si stima una crescita annua percentuale del 7,52 %, pertanto nel 2023 raggiungerà la cifra di 58,2 miliardi di dollari. C’è da considerare, inoltre, che più del 60% del plasma raccolto proviene dagli USA, che ha il 5% della popolazione mondiale.
Il plasma è una risorsa strategica, cioè una materia prima, economicamente importante che è soggetta a un rischio più elevato di interruzione nell’approvigionamento. Andrebbe considerata al pari dell’energia elettrica e dell’acqua potabile.
Come affrontare il futuro?
Probabilmente la via migliore è quella di consolidare i risultati raggiunti nei Paesi sviluppati; agire affinché più Paesi possibile possano disporre di sangue sufficiente da donatori non remunerati e anche per l’autosufficienza nella raccolta del plasma per la trasformazione industriale. Un modello virtuoso ed etico è quello italiano che continua a basarsi sulla donazione non remunerata e sul controllo della “materia prima” plasma da parte dello Stato.
(VB)