#StorieDiAvisToscana | Erica, Lorenzo e la voglia di restare operativi nonostante il coronavirus
La testimonianza di due giovani in servizio alla sede Avis di Taverne e Arbia nei primi giorni di emergenza
07 aprile 2020
Potevano scegliere di rimanere a casa e a fine mese ricevere ugualmente il rimborso di 439 euro per il servizio civile, ma hanno deciso di andare avanti e dare un contributo alla società e alla causa della donazione in questo difficile momento. Sono tanti i giovani che svolgono il servizio civile nelle sedi Avis della Toscana rimasti in servizio nelle prime settimane di emergenza. I loro racconti sono vive testimonianze di impegno generoso e responsabile.
Come quello di Erica Annarumi, 25 anni, e Lorenzo Biagiotti, 21 anni, in servizio alla sede Avis di Taverne e Arbia nel senese.
“Avevo da poco terminato il mese di formazione –racconta Erica- e stavo cominciando ad entrare appieno nel clima lavorativo, quando questo virus ha stravolto drasticamente le vite e le routine di tutti noi. Sia io sia Lorenzo non abbiamo avuto alcun dubbio: quando ci è stato chiesto di scegliere se continuare ad andare in sede oppure utilizzare i permessi straordinari che ci erano stati concessi”.
Mascherine, guanti e precauzioni alla mano, Erica e Lorenzo si attaccano al telefono per gestire il costante lavoro di chiamata e prenotazione grazie al quale, anche nella loro sede Avis, si sono raggiunti risultati straordinari.
“La notizia più bella arriva dai volontari –racconta Lorenzo-. Temevo infatti un grande calo nel numero delle donazioni, invece sono sempre più le persone disposte a dare una mano in questo periodo difficile, dimostrando la volontà di fare tutto il possibile per rispondere a questa emergenza che non ha colpito solo il nostro paese, ma il mondo intero”.
Erica e Lorenzo ci fanno vedere la drammatica situazione che stiamo vivendo con occhi diversi.
“E così è cominciato –aggiunge Erica- questo nuovo capitolo del mio servizio civile, che mi auguro finisca prima possibile, ma che, nella tragicità del motivo per cui è iniziato, ha portato con sé anche dei risvolti positivi. I vari appelli fatti da personalità di ogni calibro, in tv e sui social, hanno rianimato lo spirito solidale che ognuno di noi possiede dentro di sé. E così, giorno dopo giorno, sempre più persone hanno cominciato a chiamare per prendere una prenotazione. Il dato più evidente è stato l’aumento considerevole di coloro che prima d’ora non avevano mai donato e che, proprio adesso, sono voluti diventare soci Avis. Mi auguro, però, che questa grande propensione a donare non si dissolva in un pugno di mosche a emergenza conclusa e che i nuovi donatori diventino membri attivi e stabili dell’intero sistema sangue”.