Le 300 tappe di solidarietà di Simonetta: «Donare significa fare l’amore con la vita»
La testimonianza di una grande donatrice iscritta all'Avis di Aulla
09 settembre 2020
Un percorso di amore e solidarietà lungo vent’anni. Un risultato straordinario che, come lei stessa racconta, «spero di migliorare ancora da qui in avanti». Lei è Simonetta Fiorentini e lo scorso 2 settembre, nel centro trasfusionale di Fivizzano, in provincia di Massa Carrara, ha tagliato il traguardo delle 300 donazioni.
Simonetta Fiorentini, insieme allo staff del centro trasfusionale di Fivizzano, durante la sua 300esima donazione
Simonetta è iscritta all’Avis Comunale di Aulla, una frazione del territorio della Lunigiana. Ha iniziato il suo cammino come donatrice circa vent’anni fa: un po’ per effetto del passaparola che si era diffuso tra i suoi amici, un po’ per una questione familiare che si era venuta a creare: «Mia madre doveva sottoporsi a un intervento e per carenza del gruppo sanguigno compatibile era stata costretta a rinviarlo – racconta – In quel momento ho capito che dovevo fare la mia parte». Come spesso avviene, il gesto di una persona funge da stimolo per gli altri ed ecco allora che anche la figlia di Simonetta, oggi 27enne, appena compiuta la maggiore età ha deciso di fare come la mamma e diventare anche lei donatrice.
Come ha vissuto Simonetta il periodo della pandemia, che tanti problemi ha creato al nostro Paese anche in ambito trasfusionale? «Con coraggio e determinazione. Durante i mesi critici del Covid-19 sono riuscita a ravvicinare le donazioni e a donare due volte al mese il plasma – prosegue – Per me andare a donare è un momento di gioia indescrivibile: sapere che con il mio gesto posso aiutare chi ha bisogno è la miglior ricompensa che io possa ricevere». Così come in passato donò le piastrine per aiutare alcuni bambini del territorio.
L’esempio della figlia è per Simonetta il segnale che nei giovani, a dispetto di quanto si dica spesso, esiste un sentimento vero di consapevolezza e di impegno civile: «Mi piacerebbe essere di ispirazione alle nuove generazioni, in modo che anche loro avvertano, come me, l’impazienza di fare qualcosa per gli altri insieme a questa grande famiglia che è AVIS. Compiere un gesto così semplice, ma di importanza incalcolabile – conclude – li ripagherà con la gioia di sentirsi utili e necessari a gli altri. Non si dona per ottenere un qualcosa in cambio e non si fa con sforzi di chissà che genere. Donare è come fare l’amore con la vita».