Lavori di pubblica utilità nelle sedi Avis: positiva l'esperienza di Piombino
Una nuova convenzione fra Avis e Ministero permetterà di accogliere 35 persone in progetti di "messa alla prova"
11 novembre 2020
Sono tre i ragazzi accolti negli ultimi due anni dall'Avis di Piombino grazie alla convenzione sottoscritta con il Tribunale di Livorno per il procedimento di "messa alla prova". "L'esperienza -racconta l'Avis di Piombino- è stata davvero positiva, sia per il prezioso aiuto dato dai ragazzi alla sede sia per i rapporti umani che si sono instaurati. Sicuramente questo istituto può essere un'occasione di crescita per entrambe le parti e consigliamo a tutte le sedi di sperimentarlo".
L'invito alla sperimentazione nasce da una delle sedi Avis che più ha lavorato per permettere ad imputati adulti ammessi alla sospensione del procedimento penale con messa alla prova, di svolgere lavori di pubblica utilità a favore della collettività. Nei giorni scorsi Avis Nazionale ha firmato una convenzione con il Ministero della Giustizia che mette a disposizione 35 posti nelle proprie sedi locali.
L'accordo, che avrà la durata di 5 anni, coinvolge attualmente 27 sedi di AVIS (fra cui la Toscana) distribuite sull'intero territorio nazionale: tuttavia, potrà essere esteso ad altre sedi e, pertanto, chiunque fosse interessato ad aderire e accogliere gli imputati può mettersi in contatto con AVIS Nazionale all'indirizzo e-mail: avis.nazionale@avis.it. La convenzione impegna l'associazione a garantire la conformità delle sedi stesse alle norme in materia di sicurezza e igiene degli ambienti di lavoro, nonché ad assicurare la predisposizione delle misure necessarie a tutelare, anche attraverso dispositivi di protezione individuali, l'integrità dei soggetti ammessi alla prova.
L’istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova è regolato ai sensi dell’art. 168 bis c.p.: tale istituto consiste in una modalità alternativa di definizione del processo ed è stato introdotto nel Codice di Procedura Penale con la L. n. 67 del 28 aprile 2014. La sospensione del procedimento con messa alla prova prevede la possibilità per l’imputato o l’indagato di estinguere le conseguenze penali della propria condotta tramite un’attività di volontariato.
La messa ala prova prevede incarichi quali prestazioni di lavoro per finalità sociali e socio-sanitarie nei confronti persone alcoldipendenti e tossicodipendenti, diversamente abili, amalati, anziani, minori, stranieri; prestazioni di lavoro nella manutenzione e fruizione di immobili e servizi pubblici, inclusi ospedali e case di cura, o di beni del demanio e del patrimonio pubblico, compresi giardini, ville e parchi, con esclusione di immobili utilizzati dalle forze armate o dalle forze di polizia; prestazioni di lavoro inerenti a specifiche competenze o professionalità del soggetto stesso.