Terzo Settore, la riforma vista da AVIS Nazionale
In un’intervista rilasciata a Italianonprofit.it, il presidente Gianpietro Briola spiega il percorso che sta compiendo l’associazione verso la definitiva entrata in vigore del RUNTS
13 aprile 2021
Reti associative, ruolo strategico del RUNTS e armonizzazione degli ordinamenti statutari. Sono solo alcuni dei temi su cui il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, è intervenuto in un’intervista rilasciata a Italianonprofit.it in vista del completamento definitivo della riforma del Terzo Settore.
Il presidente ha sottolineato l’impegno che tutta la realtà AVIS sta esercitando per rispettare i requisiti richiesti dalle nuove normative: «Il Codice del Terzo settore introduce per la prima volta la figura delle reti associative – spiega – disciplinandone il ruolo di coordinamento, controllo e rappresentanza. Per una realtà come la nostra, che comprende oltre 3.300 sedi su tutto il territorio nazionale, si tratta di un significativo riconoscimento della tutela, della promozione e del supporto dell’intero apparato associativo. A questo si collega il ruolo del RUNTS, con cui finalmente viene a crearsi un’unica piattaforma informatica nazionale che prende il posto dei registri regionali del volontariato». Una riforma che, tuttavia, comporta inevitabilmente standard organizzativi superiori rispetto al passato, con un conseguente bisogno specifico di conoscenze e competenze: «Mi auguro che fronteggiare le procedure e gli adempimenti richiesti – prosegue – soprattutto per le piccole realtà, rappresentino un incentivo e non un ostacolo a crescita e sviluppo».
L’avvio della riforma, per AVIS, ha rappresentato l’occasione per un vero e proprio “ripensamento” della sua mission e della sua struttura organizzativa. Non è un caso, infatti, se il titolo della Conferenza organizzativa degli scorsi 13 e 20 marzo sia stato “L’AVIS che vogliamo”. Come ha spiegato Briola, «partendo dall’attuale contesto socio-economico, sanitario e legislativo, abbiamo proposto un confronto interno su temi come identità associativa, democrazia, co-progettazione con altri attori della società civile, dialogo intergenerazionale, pari opportunità e motivazione dei volontari. È nostra intenzione proseguire lungo questo percorso a tutti i livelli, affinché si possa giungere a una riforma dello Statuto di AVIS Nazionale che tenga conto proprio delle mutate esigenze del Paese».
Infine il presidente è intervenuto sul nuovo status del volontario previsto dal Codice del Terzo Settore che potrebbe contribuire a qualificare meglio l’attività di tutte quelle persone impegnate nel nostro Paese in questo ambito: «Fin dalla sua fondazione, AVIS si è battuta per difendere il gesto altruistico dei volontari e dei donatori di sangue. Nel corso degli anni il sistema legislativo italiano ha più volte ribadito questi principi, motivo per cui il Codice del Terzo settore rappresenta un ulteriore mezzo attraverso cui definire, valorizzare e tutelare le azioni di solidarietà, distinguendole nettamente dalle iniziative a scopo di lucro. Nel mondo esistono ancora Paesi in cui la donazione viene retribuita – conclude – è il caso degli Stati Uniti, ma anche di nazioni all’interno dell’Unione Europea come la Germania, l’Austria, la Repubblica Ceca e l’Ungheria. La stessa Organizzazione mondiale della sanità si è fatta portavoce di campagne volte a sottolineare l’importanza di promuovere il dono volontario, anonimo, non retribuito, periodico e responsabile».
Fonte: Avis Nazionale