Ddl Concorrenza, l’audizione in Senato del presidente Briola
Il nuovo quadro normativo proposto può costituire un pericolo per la donazione volontaria e gratuita
23 febbraio 2022
Preoccupazioni rispetto alla tenuta dei principi cardine del nostro sistema trasfusionale che si basa sulla donazione etica, volontaria e gratuita. È ciò che ha espresso il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, nel corso dell’audizione tenutasi in Senato nei giorni scorsi in merito al nuovo quadro normativo proposto dal Ddl Concorrenza.
Come avevamo spiegato nel dicembre scorso, il testo prevede che le aziende produttrici di farmaci plasmaderivati possano avvalersi di "stabilimenti di lavorazione, frazionamento e produzione ubicati in Stati membri dell’Unione europea o in Stati terzi che siano parte di accordi di mutuo riconoscimento con l’Unione europea, nel cui territorio il plasma ivi raccolto provenga esclusivamente da donatori volontari non remunerati".
Come ha fatto notare il presidente Briola, il Ddl si porrebbe in contrasto con il Codice del Terzo Settore e con i principi della Legge 219/2005 che regola il sistema trasfusionale e riconosce il ruolo centrale della donazione volontaria, periodica, responsabile, anonima e gratuita del sangue umano e dei suoi componenti.
Contrariamente a questi principi, la relazione illustrativa della proposta di legge afferma che “non si considera remunerazione il rimborso delle spese sostenute dal donatore o altre forme di indennizzo “ristorativo” ma non lucrativo (es. check-up gratuito, piccoli omaggi, spuntino, buono pasto, rimborso per spese di viaggio, corresponsione del guadagno giornaliero non incassato, congedi speciali per assenza dal lavoro nel settore pubblico) che non inficia la gratuità della donazione ma è con essa compatibile”.
L’utilizzo dell’espressione “non remunerata”, sebbene intuitivamente possa far pensare alla gratuità, è tuttavia fuorviante per due ragioni:
- la raccolta di sangue e plasma in Paesi come la Germania viene definita anch’essa “non remunerata”, sebbene avvenga dietro compenso, considerato come rimborso e non come remunerazione;
- cancellare la frase attualmente prevista dal quadro normativo “il plasma non è oggetto di cessione a fini di lucro” significa aprire a Paesi dove le aziende possono liberamente non solo raccogliere il plasma (pagandolo), ma anche cederlo (sempre a pagamento).
«La sottile differenza tra remunerazione (acquisto di una prestazione) e rimborso (somma o “buoni” erogata direttamente al donatore come indennizzo per il tempo necessario a donare il sangue o altro tipo di indennizzi generici finanziariamente non neutrali) – prosegue – produce infatti una fattispecie difficilmente distinguibile nella realtà, aprendo il sistema trasfusionale volontario e gratuito a pericolose prassi di commercializzazione del sangue e dei suoi derivati. Sotto questo profilo, è peraltro significativo ricordare che il Codice del Terzo Settore (art. 17 del D.Lgs. 117/2017) vieta la possibilità di rimborsare i volontari in modo forfettario».
Nel suo intervento, il presidente ha poi ricordato quanto il modello volontario e solidaristico della raccolta abbia permesso al nostro Paese, a differenza di quelli in cui il sistema è remunerato, di reggere l’urto della pandemia: «La raccolta di plasma del 2020 si è ridotta in Italia del -2% ed è aumentata nel 2021 del 4%, rispetto al 20% di riduzione registrata negli USA. In più la qualità certificata del sangue e del plasma raccolti è ad assoluta tutela della salute dei donatori. Dove è remunerata o rimborsata – conclude Briola – i donatori possono donare due volte alla settimana, mentre in Italia, i più assidui, massimo una volta al mese, con una qualità di prodotto non certo identico e con pari rese di estrazione industriale. Negli USA ai donatori viene addirittura rilasciato un bonus a punti, per cui vengono remunerati al raggiungimento del numero di donazioni nel tempo previsto. Durante la pandemia il rimborso, che in media è di circa 15-20 dollari, è stato aumentato in alcuni casi fino a 80 per far fronte al calo delle raccolte dovute alle pandemie e ai sussidi sociali dell’amministrazione Biden».
Fonte: Avis Nazionale