SPECIALE FORUM DONNE AVIS TOSCANA | Quel legame profondo fra donna e dono
La prospettiva di genere sulla donazione nelle parole della trasfusionista Maria Lanza
25 febbraio 2022
Il sangue non conosce differenze di genere né nella terapia né nella donazione. Ma la medicina moderna si misura ormai sempre di più con le questioni di genere e molte riflessioni riguardano anche il mondo delle donazioni. "Le specificità che esistono biologicamente fra uomo e donna sono anche differenze fra donatore e donatrice - spiega la dottoressa Maria Lanza, responsabile dell'Officina Trasfusionale dell'Area Vasta Nord Ovest. Ma rappresentano una ricchezza".
Il tempo e uno sguardo più attento alle questioni di genere hanno spazzato via alcuni concetti sbagliati e luoghi comuni rispetto al rapporto fra donne e donazione.
"Erano dei preconcetti - spiega ancora Lanza - quelli relativi all'idoneità della donna: il numero dei prelievi e le sospensioni per anemia sono stati meglio interpretati. Ma anche i falsi miti relativi alla limitazione durante il ciclo mestruale che è parzialmente vero, ma interessa solo la donazione di sangue intero e non quella di plasma e piastrine. Altra questione su cui si è trovato un punto di equilibrio riguarda la condizione della donna in età fertile: certamente è più esposta ad anemia, ma basta limitare la donazione di sangue intero a due volte l'anno e tenere monitorati i parametri per non creare scompensi. Nel corso del resto dell'anno è possibile donare plasma e piastrine che, come è noto, sono componenti del sangue molto preziosi per la cura di tante patologie. Un altro elemento è relativo all'uso di anticoncezionali: non hanno alcun impatto sulla donazione".
Anche nel momento della gravidanza la donna può affermare la propria volontà di donare, pur non potendo in quel periodo dare agli altri sangue e emocomponenti. "In gravidanza e dopo il parto vi sono altre forme di donazione molto preziose come quella del cordone ombelicale ricchissimo di cellule staminali e il latte post partum. Ed è importante che vi sia anche maggiore apertura nel mondo medico-trasfusionale a indirizzare le donatrici verso queste nuove forme per continuare a coltivare la cultura del dono - spiega ancora Lanza -. Emerge - aggiunge la trasfusionista - un ritratto di genere multitasking per il mondo della donazione al femminile, aiutato anche dalla spiccata capacità delle donne di comprendere le motivazioni e i valori della solidarietà, della dedizione paziente e consapevole, della disponibilità all'attesa e della tolleranza al dolore dovuta all'indole femminile di generare vita".
"Le donne - conclude Lanza - rendono più ricco e variegato lo scenario delle donazioni grazie alla loro possibilità di donare in ogni momento della vita attiva e in particolare tutti gli emocomponenti senza alcuna preclusione di genere e addirittura estendendo ad altri campi la cultura del dono".