Violenza sulle donne, l’appello di Avis Toscana: “Potenziare presenza volontariato a scuola
La presidente Claudia Firenze: “Trasmettere in modo ancora più capillare la cultura del dono per prevenire violenza e possesso”
24 novembre 2023
Potenziare la presenza del volontariato a scuola, fortificando i percorsi già in essere in modo da contrastare la violenza di genere con la cultura del dono. È l’appello lanciato da Avis Toscana in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, a pochi giorni dalla tragedia che ha coinvolto la giovane Giulia Cecchettin, ennesima vittima di femminicidio dall’inizio dell’anno.
La solidarietà, dunque, come modalità di prevenzione e antidoto all’egoismo, alla sopraffazione, al concetto velenoso di possesso. Un processo, questo, che necessita di essere favorito e incrementato ulteriormente rispetto ai percorsi, pure già intensi e partecipati, da tempo avviati.
“Stiamo assistendo – commenta la presidente Claudia Firenze – ad un problema reale, che coinvolge tutti quanti e tocca specialmente le generazioni più giovani, destando per questo un allarme ancora maggiore. Nessuno sta dicendo che dietro ad ogni uomo si nasconda un mostro, ma 106 donne uccise per mano maschile dall’inizio dell’anno devono indurre una riflessione profonda sulle cause e sulle contromisure. È evidente l’esistenza di un sottobosco di interazioni, atteggiamenti e comportamenti quotidiani che alimentano anche soltanto implicitamente la cultura del possesso, della mancanza di rispetto, della violenza. Per disinnescare questo scenario diffuso però, occorre accrescere la consapevolezza in chi maltratta. Il cambiamento pretende una profonda svolta culturale: crediamo che il concetto di volontariato, trasmesso a partire dalla scuola, possa sostenerla”.
Per Avis Toscana, dunque, l’educazione preventiva all’altruismo è cruciale: “Per questo chiediamo alle istituzioni, ad ogni livello, di aiutare il tessuto associativo legato alla solidarietà ad entrare in modo sempre più importante nel mondo dell’istruzione, nella convinzione che la cultura del dono consente di depurarsi da un retaggio spesso carsico, eppure micidiale”.