Come si diventa “ex” donatori? E come si superano le cause di disaffezione?
Lo rivelano i risultati del Progetto Re.Atti.Vo
28 febbraio 2024
Secondo l’indagine, coordinata da Andrea Salvini, professore ordinario di Sociologia generale presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Unipi, sarebbero soprattutto gli impegni lavorativi, la famiglia o le attività sportive ad allontanare i donatori di Avis Toscana che si sono presentati almeno una volta nei centri trasfusionali, ma che oggi manifestano una disaffezione principalmente imputabile a queste cause.
La ricerca, svolta nell’ambito del "Progetto Re.Atti.Vo. - con Avis Toscana per la donazione di sangue e plasma", iniziativa promossa da Avis Toscana con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Regione Toscana, è durata 2 mesi (da ottobre a dicembre 2023) e ha preso in esame una platea di circa 7000 ex donatori in Toscana, dalla quale è stato estratto un campione rappresentativo di 370 donatori.
L’obiettivo di fondo del rapporto è duplice: incrementare il numero dei nuovi donatori da un lato, fidelizzare chi si è già prestato volontariamente, dall’altro.
Tra i “non più donatori” occorre distinguere coloro che hanno smesso del tutto da chi si trova in una condizione di incertezza rispetto alla possibilità di tornare a donare. Uno scenario che Avis Toscana osserva con forte attenzione, anche a fronte di un fabbisogno elevato e periodico.
Prendendo in esame il campione indicato, il 66% degli intervistati risulta infatti incerto se tornare a donare, mentre la parte restante (33,9%) non potrà più farlo (si tratta infatti di cessati definitivi). E, se in questo secondo segmento pesano i raggiunti limiti di età e le motivazioni sanitarie, nel primo il quadro si fa più frastagliato.
Tra le cause che hanno generato l’interruzione spiccano intervenute gravidanze, tatuaggi e piercing, motivi di salute, viaggi, trasferimenti in altre città e la pandemia. La fascia d’età in cui si osserva il maggior numero di incerti è quella compresa tra i 26 e i 35 anni, mentre riguardo al genere si apprezza una sostanziale parità. Quanto alla posizione occupazionale, l’indagine rivela come l’81% circa abbia un lavoro stabile, ma anche che la donazione diventa meno sostenibile per i dipendenti in ambito privato, segmento che tocca un tasso di sospensione pari al 41%.
“Tuttavia – osserva Andrea Salvini, – c’è una robusta parte del campione che dichiara di essere intenzionata a tornare a donare. Per farlo, è però necessario superare le cause di disaffezione che al momento impediscono di ricominciare. Si tratta di fuoriuscire da quella che noi inquadriamo come una condizione di oblio temporaneo”.
Cause che, secondo l’indagine, consistono principalmente negli impegni di lavoro (32% circa del campione), in quelli familiari (20%) e nel tempo da dedicare a sport o altri interessi (9%). Seguono nella classifica gli impegni di studio (7,6%), la difficoltà di raggiungere il centro trasfusionale (7,6%), quelle legate all’ansia e all’apprensione connesse al gesto (6,2%) e alla possibilità di prendere permessi dal lavoro (6,2%).
“È una ricerca - commenta la presidente di Avis Toscana, Claudia Firenze – al contempo interessante e scomoda. Il fabbisogno di sangue e plasma in Toscana resta in continua crescita e, accanto alla base dei donatori periodici, abbiamo bisogno di far entrare nuovi volontari e di recuperare chi si trova in una condizione di disaffezione. L’indagine dimostra che la difficoltà maggiore è quella di conciliare gli impegni della vita privata con la cultura del dono. I segnali non possono dunque essere sottovalutati, ma non ci fermiamo qui. Grazie al nostro progetto Re.Atti.Vo, stiamo già lavorando per approntare contromisure concrete per ridurre questo gap, e per promuovere una maggiore flessibilità oraria nei centri trasfusionali. Accanto a questo, prevediamo di migliorare le procedure di chiamata e di prenotazione che vengono svolte dai nostri volontari che, opportunamente formati, si confronteranno tra loro sui territori, così da rendere ancora più snello e fluido l’intero processo della donazione”.
Dopo la fase di ricerca e di restituzione dei risultati durante le giornate di formazione, che si sono svolte a Montecatini il 27 gennaio e a Montepulciano il 10 febbraio, il progetto continua infatti tra le sedi sul territorio che hanno saputo mettere in atto valide procedure di chiamata e di prenotazione delle donazioni.
Dopo l’incontro presso la sede di AVIS Rosignano Marittimo del 16 febbraio, saremo domani 29 febbraio a Foiano, per l'Area Vasta Toscana Sud Est, e il 14 marzo a Firenze, per l'Area Vasta Toscana Centro.
Per iscriversi ai prossimi incontri sul territorio è necessario registrarsi: https://bit.ly/3IfgUGh