“Volontario, perché lo fai?”- Il contributo di Avis Toscana alla presentazione del nuovo numero di VITA
20 novembre 2025
Mercoledì 19 novembre, all’Innovation Center di Firenze, si è svolta la presentazione del nuovo numero della rivista VITA, dedicato a una domanda tanto semplice quanto essenziale: “Volontario, perché lo fai?”. Un appuntamento partecipato e intenso, che ha visto il confronto tra esperti e volontari sul significato profondo dell’impegno gratuito, a partire da tre parole-provocazione scelte dalla redazione: frustrazione, mondo, nonostante.
Tra gli interventi, anche quello della presidente regionale di AVIS Toscana ODV, Claudia Firenze, presente come volontaria, donatrice di sangue e soprattutto di plasma. Nel suo contributo ha offerto una riflessione sincera e personale, scegliendo di soffermarsi sulla parola “mondo”, dopo aver inizialmente esitato davanti ai termini dal sapore più difficile come “frustrazione” o “nonostante”.
La presidente ha ricordato che, di fronte al “pessimismo della ragione”, esiste sempre la possibilità – e la responsabilità – di scegliere “l’ottimismo della volontà”. Volontà, ottimismo, felicità: per Claudia Firenze non sono condizioni esterne, ma scelte consapevoli, atti quotidiani con cui decidiamo come collocarci dentro la realtà. È da questo sguardo che nasce la sua scelta della parola “mondo”.
Per raccontarne il significato, la presidente ha condiviso una storia che appartiene profondamente alla nostra Associazione: la nascita di Avis.
È il 1927 quando Vittorio Formentano, medico ematologo nato a Firenze e trasferitosi poi a Milano, viene chiamato al capezzale di una donna che aveva avuto gravi complicazioni dopo il parto. Una scena che oggi può sembrare distante, ma che purtroppo continua a ricordarci come le emergenze ostetriche siano ancora oggi una delle principali cause di mortalità materna nei Paesi con sistemi sanitari fragili.
Quella donna aveva bisogno urgente di sangue. Ma all’epoca il sangue si vendeva, ed era una risorsa accessibile solo ai più abbienti. La famiglia non era in grado di acquistarlo e, non essendoci donatori compatibili, la donna morì.
Un episodio che segnò profondamente Formentano: un bravo medico che avrebbe potuto salvarla, se solo avesse avuto a disposizione ciò che oggi consideriamo un bene comune e gratuito.
Da quel dolore nacque un atto di responsabilità: trasformare la frustrazione in scelta, l’impotenza in possibilità.
Formentano pubblicò un annuncio su un quotidiano milanese invitando “uomini e donne di buona volontà” a donare gratuitamente il proprio sangue. A rispondere furono in 17- 16 uomini e 1 donna- il primo nucleo di quella che oggi è una delle più grandi organizzazioni di volontariato d’Italia: oltre 1.300.000 volontari e circa 3.300 sedi su tutto il territorio nazionale.
Una rivoluzione silenziosa e gentile, che ha contribuito a cambiare per sempre la storia trasfusionale del nostro Paese e non solo. Basti pensare che la vendita del sangue in Italia è stata vietata soltanto nel 1990: un cambiamento culturale e normativo che porta anche la firma di chi, come Formentano, ha creduto nella gratuità e nella responsabilità civile.
Nel suo intervento, Claudia Firenze ha ricordato che questa storia non riguarda il passato, ma il modo in cui scegliamo di stare nel mondo oggi. Perché ogni gesto volontario, per quanto piccolo possa sembrare, può contribuire a trasformare ciò che ci circonda. Anche quando ci sentiamo impotenti. Anche quando prevale la frustrazione.
“Il mondo si cambia, una persona alla volta”, ha ricordato la presidente, invitando tutti i volontari - e chi lo diventerà - a credere nella possibilità di incidere, con realismo ma senza rinunciare alla speranza.
L’incontro organizzato da VITA si è così confermato un momento prezioso di confronto, ascolto e riflessione collettiva sul senso del volontariato oggi: un impegno che richiede responsabilità, ma che continua a essere - soprattutto - una scelta di fiducia verso gli altri e verso il futuro.